Written by 8:42 am Oratoria - Hodie

Il senso del ridicolo nei processi americani

Gwyneth Paltrow ha vinto il processo nel quale era accusata di essere stata responsabile dell’incidente sulle pisce da sci e di aver causato l’infortunio di un medico 76enne. Trasmesso in diretta streaming (come quello di Depp contro Heard), si è trattato di un processo in cui il ridicolo è il concetto predominante nella comunicazione giudiziaria intercorsa tra le parti.

Il web è stato inondato di filmati dell’attrice, dei suoi avvocati stralunati e di domande e risposte da farsa.

In un video, prontamente paragonato a una scenetta comica, l’avvocatessa dell’accusa non smette di complimentarsi con la Paltrow. «Indossavi occhiali e casco. Sembravi un po’ come tutti gli altri sulla pista?», chiede all’attrice, prima di aggiungere con una risatina e un cenno d’intesa: «Probabilmente avevi una tenuta da sci migliore: ci scommetto!». 

Ancora: «Posso chiederti quanto sei alta?», domanda l’avvocato di controparte, alla quale la Paltrow risponde di raggiungere all’incirca un metro e ottanta. «Sono così invidiosa!» incalza l’avvocatessa, prima di lanciarsi nel racconto di un aneddoto sui propri tacchi, di cui l’attrice prontamente si congratula.

E poi: «Presumo – e sei sotto giuramento – che tu sia molto generosa nel dispensare mance?». Appena la Paltrow risponde di sì, l’avvocatessa aggiunge: «Fantastico, non mi sarei aspettato niente di meno».

Uno spettacolo davvero assurdo, reso ancora più surreale da tutto il resto: i presunti grandi avvocati che continuano a inciampare nelle loro parole o a litigare su chi può portare i dolcetti agli ufficiali giudiziari, lo scambio in cui la Paltrow rivela le tragiche conseguenze dovute all’incidente («Ho perso mezza giornata di sci») divenuto base di meme virali, i continui ammiccamenti della stessa Paltrow.

Davvero uno spettacolo. Purtroppo il palcoscenico non era un teatro di posa.

Foto: Rick Bowmer – © 2023 The Associated Press

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