Il confronto, in ambito retorico, è attuato attraverso l’utilizzo del paragone (dal greco parakonáo, ‘aguzzo, affilo’), che accosta due o più oggetti sulla base di una qualità comune ad entrambi (es. “muto come un pesce”). È una figura d’analogia (come la metafora, che è un’analogia condensata) e comprende due figure ben distinte, la comparazione e la similitudine.
Nella comparazione il confronto tra due oggetti è reversibile, cioè i due termini possono scambiarsi i ruoli senza conseguenze inaccettabili dal punto di vista grammaticale, semantico o logico (es. “L’albero era alto come la casa” – “La casa era alta come l’albero”).
Nella similitudine il confronto tra due oggetti è irreversibile, cioè i due termini non possono scambiarsi i ruoli senza conseguenze inaccettabili dal punto di vista grammaticale, semantico o logico (ad es. “Questo rimorso pesa come un macigno”; “Questo macigno pesa come un rimorso”, che è espressione non accettabile dal punto di vista logico).