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L’elogio dell’eloquenza, altrove. Un film per capire cosa ci manca

Cicerone, Aristotele e Schopenauer tutti condensati in una brillante commedia francese. E’ da questa settimana disponibile sulla piattaforma Sky un film che nelle sale cinematografiche italiane è uscito nell’ottobre 2018, Quasi nemici. Diretto dall’attore Yvan Attal, mette in scena uno scoppiettante duello di retorica tra Pierre Mazard (Daniel Auteuil), noto professore di un’autorevole università parigina, e la giovane studentessa di legge proveniente da una banlieue Neïla Salah (Camelia Jordana).

Il film è l’occasione per riflettere su come altrove (ad esempio, in Francia) l’eloquenza e l’oratoria forense in particolare siano oggetto di particolare studio e confronto, in un contesto di autorevolezza e rispetto. Un puro elogio della parola in tempi di trionfo dell’immagine, di orgogliosa difesa della cultura linguistica di fronte agli attacchi che sintassi e grammatica ricevono quotidianamente.

Come fatto anche in occasione dell’uscita di A voce alta! (2017), altro film di genere (si veda altro nostro post), viene da chiedersi come mai in un Paese (il nostro) che vanta le radici cui tutti (all’estero) sembrano volersi aggrappare, non si è sempre capaci di valorizzarle adeguatamente, in percorsi che ne prevedano lo studio, l’approfondimento e la finalizzazione adeguata ai tempi.

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